Si fa presto a dire depressione (Parte III)

depressione

Abbiamo parlato del depresso radicale e del deluso di sé, oggi parliamo di colui che si sente irrimediabilmente deluso dagli altri.Credo che a ciascuno di noi nella vita sia successo di vivere una delusione. Ovviamente non mi riferisco solo ad una delusione sentimentale ma, più in generale, ad un’esperienza di fiducia mal riposta proprio in chi invece credevamo non potesse tradirci. Quando accadono episodi del genere, solitamente si accusa il colpo ma si va avanti…anche con una maggior consapevolezza e un pizzico di disillusione.
Alcune persone, però, dinanzi ad un particolare evento si paralizzano al punto da rimanerne totalmente schiacciate. Sono certe che non potranno mai più superarlo e così mettono in atto la ben nota soluzione della resa: si pongono cioè in posizione di sottomissione ma questo essere down non fa che amplificare il loro ruolo di vittime. La speranza è che chi ha deluso possa mettere in atto un’azione riparatoria in grado di ristabilire la credenza iniziale.

Ma qual è questa credenza? Il deluso degli altri è convinto che la sua estrema disponibilità lo possa mettere al riparo da qualsiasi problema relazionale. Come a dire: “Se sono sempre generoso e compiacente con gli altri, nessuno potrà mai deludermi”. L’inatteso non è previsto… E’ un po’ come se l’agricoltore, dopo aver faticato nella preparazione del suo terreno e nella semina, non mettesse in conto la possibilità di una gelata o mesi di siccità.
Proprio per questo, quando la delusione arriva, è un evento non solo doloroso ma devastante.

Il deluso degli altri manifesta la sua depressione nei seguenti modi:

  1. non fa che rievocare l’episodio doloroso immergendosi completamente in esso e, in alcuni casi, faticando a concentrare l’attenzione su altro;
  2. evidenzia sentimenti di profonda tristezza e delusione per quanto accaduto. A volte la disperazione può essere così elevata da favorire pensieri di morte;
  3. sul piano fisico si manifestano: una grande fatica nel portare avanti le attività quotidiane, disturbi del sonno, incubi notturni, disturbi dell’alimentazione.

Fonte: Muriana E., Pettenò L., Verbitz T., 2006 – I volti della depressione: curarsi con la psicoterapia in tempi brevi – Ponte alle Grazie, Milano.

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2 risposte a Si fa presto a dire depressione (Parte III)

  1. Chiara ha detto:

    Buonasera, sono una ragazza di 30 anni che da un pò di tempo è fortemente disillusa e non ripone più fiducia negli altri. Le mie amiche di sempre anche di fronte al fatto che ho avuto durante il 2012 mio padre in ospedale per un trapianto di midollo da esterno, quindi roba seria, non mi sono state vicine…..mi sono resa conto che nella vita la presenza delle altre persone nella propria sia casuale dovuta a circostanze legate ad amicizie in comune , cene organizzate….ma in questo momento mi manca fortemente un’amica sincera che ti telefoni non solo perchè quella sera non sa cosa fare e le va di prendersi un aperitivo……come posso superare tutto questo? Sono una tipa forte che conta sempre sulle proprie capacità ma vorrei ricominciare a riporre fiducia nelle persone ; ultimamente sono distaccata da tutti coloro con cui ho a che fare anche se apparentemente può non sembrare….mi sento sola…..io faccio sembrare con i miei comportamenti che non ho bisogno di nessuno invece ammetto che mi piacerebbe ricevere un po’ di considerazione dalle amiche, che a questo punto considero ‘frequentazioni amichevoli’…..

    • Buonasera Chiara,
      l’uomo è un animale sociale quindi è assolutamente normale che lei abbia bisogno di sentire la presenza di persone amiche accanto a sé.
      Forse le persone di cui si è circondata sino ad ora sono davvero solo “frequentazioni amichevoli” ma, vista la sua giovane età, sono sicura che riuscirà a costruire dei rapporti più profondi, a costo però di lasciare aperto il suo cuore. Chiudersi non l’aiuterà.
      Saluti.

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